domenica 14 giugno 2015

Riflessioni sul marketing del manga italiano

In questi giorni per via del nostro percorso universitario ci stiamo applicando allo studio del marketing, e vorremmo provare ad utilizzarlo per esaminare una cosa che ci sta parecchio a cuore, ovvero il fenomeno del “manga italiano” e la sua ancor troppo scarsa diffusione. Certo capiamo che un paio di esami non possono renderci degli illuminati del settore, ma almeno speriamo possano aiutarci per mettere giù due idee non proprio del tutto campate per aria.

Innanzitutto, una precisazione: usiamo il termine “manga italiano” non per giappominkismo o tendenze, ma solo per distinguere le produzioni “puriste” in stile nipponico da quelle ibride e via discorrendo, sappiamo bene che in ogni caso si tratta sempre e solo di fumetto e non ci azzarderemo mai ad usare una parola che davvero non ha alcun senso e che purtroppo ha sempre più spazio nell’ambiente, ovvero “mangaka” al posto di “fumettista”.

Ed ora, la riflessione vera e propria: citando gli studi di marketing ed evitando gli inutili buonismi, lo stato delle produzioni di manga italiane vessa in una situazione di “efficienza ma non efficacia”, ovvero, i manga si fanno ed anche bene, ma non producono certo quello che dovrebbero, e rimangono la nicchia (così come le light novel, che cito solo qui per risparmiare tempo –N.d.A.).
In questi anni alcune case editrici si sono attivate per cercare di riunire le opere dei puristi sotto vere etichette e cercare di dargli maggiore diffusione, con ben magri risultati. Eppure non è che i fumetti non vendono, le opere “altre” esistono e fanno anche cifre non da poco, cos'è allora che blocca il lavoro dei disegnatori manga italiani dallo spiccare?

Un punto enorme è di sicuro il confronto con le opere nipponiche. I tankobon hanno molte più pagine, un prezzo ridotto e delle uscite (in media) non eccessivamente distanziate, di un mese/tre per ogni numero. Il volume di un manga italiano rasenta di solito le 100 pagine, ha un prezzo di almeno il doppio di un tankobon nipponico (che ricordiamo, contiene in media 170-220 pagine) e delle uscite ogni sei mesi/un anno per volume. Già questo è uno scalino non indifferente tra i due tipi di produzioni, non che ovviamente sia colpa dei poveri fumettisti italiani che lavorano da soli sulle loro opere quando i professionisti asiatici si avvalgono di assistenti anche numerosi, ma al lettore ciò importa relativamente, quello che conta è ciò che ha in mano, ed i pro e contro precedentemente elencati.
(Vero che in Giappone le produzioni mensili escono anch’esse ogni 6 mesi, ma a differenza nostra i lettori possono godere dei capitoli delle varie storie su numerose riviste specializzate che qui in Italia hanno già dimostrato di non attechire –N.d.A.-)

Un altro punto vede pubblicità e diffusione. Si sa che per ora un solo manga è approdato sulla grande distribuzione ed è Somnia di Federica di Meo, i suoi volumi sono messi tranquillamente in fumetteria in mezzo alle opere giapponesi e la pubblicità delle uscite si può trovare stampata nelle sottocoperte delle serie famose, cose che di certo hanno ampiamente giovato alla sua distribuzione. Le altre opere, affidate a case editrici minori, vedono numeri di stampa da autoproduzione, i volumi arrivano a fatica nelle fumetterie ed eccetto la diffusione pubblicitaria affidata al web ed agli stessi autori non c’è molto altro per permettere alle opere di essere conosciute. Non ci vuole molto per capire che poca diffusione porta per forza di cose a poco seguito e quindi poca speranza di migliorare la situazione di vendita.

Ed infine un terzo punto, che sono abbastanza sicuro mi contesterete in molti, ed è la mancanza di merchandise e di serie anime. Ora direte, “ma che diavolo c’entra?!” Beh, non è mistero che qui come in moltissimi altri Paesi occidentali, le serie approdano a seguito della loro trasposizione ad anime. Le persone scoprono della loro esistenza, vanno a cercarne le scan online, al che seguono l’acquisto di gadget, cosplay ecc… e la serie quando raggiunto un buon successo ed una buona richiesta viene acquistata e tradotta, pronta per essere acquistata da suoi numerosi fan.
Ora dico, che l’animazione italiana sia una patacca si sa, ma esiste, le Winx in primis ne sono la prova, tradotte tra le altre lingue anche in giapponese. Se le due cose, manga italiani ed animazione, diventassero più interdipendenti, sono sicuro che finalmente le produzioni italiane avrebbero la botta di vita che gli serve per emergere davvero. Già vi vedo a storcere il naso schifati, ma fidatevi, meglio la più scrausa delle animazioni in flash, che il nulla totale.


Se il manga italiano continuerà su questa strada, non solo non emergerà, ma probabilmente le poche coraggiose case editrici che stanno cercando di puntarvi spariranno, facendolo regredire di nuovo nella sola nicchia dell’autoproduzione. Ciò che avete letto l’ho scritto pensando sia da autore che da lettore, serve una vera scossa, e deve essere data al più presto.

giovedì 21 maggio 2015

Riflettori su: Light Novel indie

Come preannunciato, in questo post tratteremo delle uniche tre Light Novel a produzione indipendente su suolo italiano: Last Zero, Medusa Flames e Ryuuden. Cercheremo di fare un piccolo riassunto delle opere in questione e di estrarre ciò che per noi possono essere pro e contro di ciascuna, in questa fase per essere il più obiettivi possibile riguardo le nostre produzioni ci avvaleremo di commenti ricevuti da terzi.
Riguardo i disegni, lasciamo pieno giudizio a voi.

LAST ZERO
Novel scritta e disegnata da Demon, si tratta di una mini-saga di due volumi completa che narra le vicende dell'hikikomori (recluso) Ouki Shin, un ragazzo che per cercare di riprendere i contatti con il mondo esterno inizierà a giocare al MMORPG a realtà virtuale Last Zero, da qui il titolo dell'opera. Nonostante un incipit che possa far pensare al famoso SAO, i due titoli sono estremamente diversi: in Last Zero il gioco è messo in secondo piano, funge da cornice alle vicende di Shin e alla sua lotta per l'indipendenza, arricchita dalle interazioni sociali che nasceranno dentro e fuori il mondo virtuale.
Le due cover della saga al completo
Come genere è catalogabile come slice of life dai riflessi seinen, si tratta di un'opera ambientata in Giappone e il tutto è stato curato il più possibile tramite studi e ricerche per evitare di cadere nei classici errori da weeaboo (in italiano il termine poco fine "giappominkia" - NdA).

PRO: è un' opera breve, quindi il costo per recuperarla non è eccessivo; immerge bene nelle atmosfere giapponesi che tanti lettori di genere trovano familiari.

CONTRO: poca spiegazione per il linguaggio da gamer usato in alcuni dei capitoli, che per i "diguini" all'argomento può risultare problematico; protagonista poco carismatico oscurato dai suoi comprimari.
Last Zero a confronto: illustrazione interna del primo volume (sinistra) e del secondo (destra)

MEDUSA FLAMES
Novel scritta da Mega-Ne e disegnata da Roxy, è l'opera che probabilmente meglio incarna l'idea di "novel tricolore" per la sua ambientazione italiana. La storia si concentra su Elisa Colombo, una ragazza dotata di telecinesi che insieme ad altri ragazzi dotati di poteri si ritroverà a dover frequentare l'Istituto Speciale per Esper, una scuola nascosta nel sottosuolo di Milano per permettere ai giovani di studiare imparando a controllare le proprie abilità.
Le cover dei numeri fin ora usciti della saga di Medusa Flames
In questa saga dalle atmosfere "x-meniane" si intrecciano vicende scolastiche ed azione, con l'avvenire di diverse turbolenze nel mondo esper destinate a sconvolgere la "tranquilla" vita studentesca di Elisa e compagni. Il genere in questo caso (come indicato dallo stesso autore) è principalmente shoujo, nonostante alcuni sprazzi d'azione infatti buona parte della trama si sviluppa attorno ai problemi sentimentali di Elisa e alle sue insicurezze, il tutto condito (per non appesantire) da una buona dose di humor.

PRO: è l'unica opera scritta in prima persona, quindi la più simile alle originali Light Novel nipponiche; l'ambientazione milanese inoltre, riccamente descritta durante le uscite da scuola dei ragazzi, fa sentire "a casa" il lettore.

CONTRO: uscite molto lunghe ed irregolari, che non permettono un'idea chiara della lunghezza dell'opera ne di quando sia possibile reperirla obbligando il lettore a lunghe e snervanti attese; l'ambientazione milanese una volta visionati i volumi sembra quasi solo una facciata dietro la quale poi si nasconde una scuola (dalle divise, ai club scolastici, ai tornei di combattimento) che richiama in tutto e per tutto un'ambientazione a noi aliena e prevalentemente Giapponese.
Medusa Flames a confronto: illustrazione interna del primo volume (sinistra) e del secondo (destra)

RYUUDEN - LA LEGGENDA DEI DRAGONI
Novel scritta e disegnata da Kya, Ryuuden parla di Edvarg Kratos, un ragazzo scorbutico che un giorno pesca da un lago un forziere dalla quale esce una bambina dagli improbabili capelli rosa che in mancanza di nome decide di battezzare "Bara". La piccola in realtà non è un essere umano ma un Drago d'Argento, l'ultima della sua specie, ridestata dopo un lungo sonno con lo scopo di riprendere il trono rubato ai suoi avi da un'altra razza di draghi, le Salamandre. Con l'aiuto di Edvarg, la piccola inizierà il rischioso viaggio verso la riconquista del suo castello e del suo titolo, incontrando lungo il cammino mille ostacoli, ma anche nuovi preziosi membri ad aiutarla nella sua impresa.
Le cover dei numeri fin ora usciti della saga di Ryuuden
La trama di Ryuuden affonda nel passato fantasy di un mondo immaginario, ed il genere dell'opera è puramente shounen.

PRO: Numerosi colpi di scena ed intrecci di trama; essendo un fantasy è l'opera col bacino maggiore di utenti interessati.

CONTRO: eccessiva differenza di potere tra i personaggi, specialmente tra sessi (molte ragazze sono nettamente più deboli delle loro controparti maschili) che per alcuni può risultare fastidiosa; per via dei numerosi personaggi presenti nella storia nei dialoghi più fitti è difficile individuare gli interlocutori.
Ryuuden a confronto: illustrazione interna del primo volume (sinistra) e del secondo (destra)

E voi? Avete letto qualcuna di queste Light? Siete d'accordo con noi?

giovedì 14 maggio 2015

L’Italia e le sue Light Novel

Negli ultimi tempi, sempre più spesso gli abituali frequentatori di librerie e fumetterie avranno notato in mezzo a titoli manga lo spuntare di romanzi illustrati, collegati a serie famose oppure ad anime: si tratta delle Light Novel, genere letterario che in Giappone è estremamente diffuso, ma che ora con l’aiuto di alcuni titoli famosi sta approdando anche da noi.

Vediamo di partire con ordine, cosa sono di preciso le Light Novel? Si tratta come ho già detto di libri, romanzi che presentano in copertina ed al loro interno delle  illustrazioni in tutto simili a quelle che si potrebbero trovare in un manga, utilizzate però a sottolineare delle parti importanti nella scrittura quali per esempio una scena particolare o la presentazione di un nuovo personaggio.
Foto della novel "Hanaoni" scritta da Risa e illustrata da Kazuki Yone 

In Giappone, questi titoli sono saldamente intrecciati ad anime e manga, non è difficile  infatti che una serie prodotta su uno di questi supporti venga traslata anche su altri, come per esempio Sword Art Online di Kawahara Reki, nata come novel e ricevendo in seguito un adattamento sia manga che anime, o come Shingeki no Kyojin (L’attacco dei Giganti) di Isayama Hajime, nato invece come manga e che vanta ora trasposizioni sia animate che serie Light Novel. In Italia per ora i titoli pubblicati sono molto pochi ed il mercato procede a rilento, complici la grande irregolarità delle uscite, i prezzi elevati rispetto le controparti nipponiche (un volume in media viene 570 -4,20€ N.d.A- contro i 12€ delle produzioni J-pop nostrane) e probabilmente la perdita di un punto saliente delle Light Novel, ovvero la loro “tascabilità”, tipica in Giappone di quasi tutti i titoli, qui invece trasposti sotto forma di veri e propri libri formato A5.
Due versioni a confronto, a sinistra SAO giapponese, a destra il formato italiano

Un piccolo timido approccio alle Light Novel tricolori è stato fatto per la serie Somnia di Federica di Meo, unica italiana fin ora a pubblicare manga su grande distribuzione, scritturata da Panini Comics.

Sul mercato dell’autoproduzione invece il movimento è più fiorente, con alcuni titoli gratuiti sul web e attualmente tre produzioni cartacee: la miniserie Last Zero (2 volumi) scritta e disegnata da Demon, la serie Medusa Flames scritta da Mega-ne e disegnata da Roxy (in corso) e la serie Ryuuden – la leggenda dei dragoni, scritta e disegnata da Kya (in corso).

Prossimamente scriveremo qualcosa a proposito delle autoproduzioni cartacee, per ora se desiderate darvi un’idea di queste Light Novel, potete scaricare e leggere gratuitamente le anteprime dei primi capitoli di Last Zero e Ryuuden, situate su questo blog in alto a destra nella barra laterale. Buona lettura!